In seguito alla mancata elezione di Romano Prodi a Capo
dello Stato, si è abbattuto un vero e proprio uragano sul Partito Democratico. Il segretario Pier Luigi Bersani ha deciso di
rassegnare le dimissioni, che dovrebbero diventare esecutive subito dopo la
nomina del Presidente della Repubblica. Troppa la delusione scaturita dai 100
"traditori" che non hanno permesso di raggiungere il quorum all'ex
premier; poco prima, si era già dimessa anche Rosy Bindi. All'assemblea dei
grandi elettori del Pd, il leader avrebbe dichiarato: "Abbiamo prodotto
una vicenda di gravità assoluta, sono saltati meccanismi di responsabilità e
solidarietà, una giornata drammaticamente peggiore di quella di ieri". Per
quanto riguarda la votazione di domani, il Partito Democratico dovrebbe votare
scheda bianca, vista l'incapacità nel trovare un candidato valido per il Colle.
Non è escluso che potrebbe avvantaggiarsi della situazione creatasi Stefano
Rodotà, appoggiato dal Movimento 5 Stelle, ma anche da molti dissidenti del
centrosinistra.
Grazie Bersani, una decisione da persona onesta. Ora se la sbrighino loro, i vecchi/nuovisti, che comunque avranno poca da festeggiare.
RispondiEliminaDalla evidenza dei fatti, a partire dalle elezioni di febbraio per finire alle votazioni di oggi, in questo partito sono stati commessi una sfilza di errori madornali, senza che nessuno pagasse pegno.
RispondiEliminaE' una pagliacciata tipica italiana. Bersani avrebbe dovuto dimettersi dopo la delusione di febbraio, senza far perdere tempo al paese; invece abbiamo dovuto assistere a un irresponsabile e patetico spettacolo.
Tutto questo accade perchè chi tira i fili nel partito non vuole mollare il potere e andarsene a favore del rinnovamento.
Non VOGLIONO CAPIRE che il popolo chiede un radicale cambiamento di mentalità in politica.